L’accoglienza familiare è al centro anche del secondo ciclo di incontri del Progetto CONFIDO, realizzato in dieci regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, dal Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le politiche della Famiglia.
Dopo l’attività di formazione sull’affido iniziata nel mese di gennaio – e che è ancora in corso -, da martedì 9 febbraio prenderà il via quella specifica per l’adozione, dal titolo “Generare un figlio già nato”.
Il progetto CONFIDO si propone di valorizzare e far conoscere il silenzioso e prezioso lavoro delle associazioni che si occupano di affido e adozione nazionale e internazionale, per far scoprire la bellezza dell’accoglienza, mostrando e dimostrando che ridare una famiglia a un bambino che non ce l’ha è possibile, sfatando diffusi luoghi comuni negativi.
Il perché del corso
«Il corso si rivolge in particolare a famiglie che non hanno mai fatto esperienze di accoglienza – spiega Alberto Pezzi, referente per il settore adozioni del Progetto Confido -, ma anche a quelle che hanno iniziato l’esperienza dell’adozione da poco e che vogliono alimentarsi con un percorso che li possa accompagnare. Quello che proponiamo non è in concorrenza con i servizi sociali, sia ben chiaro, cerchiamo di estrarre da anni di esperienze dirette, sul campo, quelli che sono i punti decisivi nella scelta di adottare».
Il criterio guida sarà quello della testimonianza. A partire da una signora camerunense che ha fatto questa esperienza forte in una società, come quella del Camerun, dove una donna che non può avere figli può essere solo abiurata.
«Posso dire che si tratta di un’esperienza importante, lo dico da genitore adottivo – continua Pezzi – perché porta a compimento una vocazione che appartiene al cuore della famiglia: il desiderio di estendere il bene vissuto nell’ambito della propria famiglia a chi è nel bisogno. Si può essere veri padri e vere madri anche senza il supporto del fattore naturale di procreazione. E non solo si fa del bene ai ragazzi che si accoglie, ma anche a se stessi come genitori».
La pandemia ha inciso in modo netto sulle adozioni: la maggior parte bloccate per via dell’impossibilità a spostarsi e in parte proprio per le questioni di salute. «Di positivo c’è – conclude Pezzi – che abbiamo potuto intensificare gli incontri, facendoli anche in maniera più capillare, più utile allo scopo».
Le date
Il corso dedicato all’adozione è in programma dal 9 febbraio a 31 maggio, per dieci settimane, dalle 20.45 per due ore, in streaming. È organizzato in collaborazione anche con l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e Famiglie per l’Accoglienza. Si parte con una presentazione generale per poi toccare il tema dell’infertilità, dell’attesa, il bisogno e il desiderio, la differenza tra l’ideale e il reale, la valorizzazione delle differenze.
Per informazioni: confido@forumfamiglie.org (riferimento nazionale), confido.emiliaromagna@gmail.com